Torniamo a raccontarvi le storie delle persone che fanno parte della nostra cooperativa. Dopo Rezarta e Catia, oggi Cristina ha intervistato Atti, bracciante agricolo.

 

Atti è di origini marocchine e nonostante inizialmente non parlasse italiano, si è mostrato da subito volenteroso e disponibile ad impegnarsi nelle attività di pubblica utilità, tanto che tramite il SIL (Servizio Inserimenti Lavorativi) ci siamo impegnati per attivare per lui un tirocinio, che sta svolgendo tuttora.

E’ una giornata di sole e fa molto caldo sul campo dove i ragazzi stanno coltivando le verdure. Aspetto un po’ e intanto li guardo mentre raccolgono zucchine e pomodori. Dopo poco si fermano per una pausa all’ombra di un albero, approfittando per dissetarsi e riposare qualche minuto.

Atti è un’uomo di poche parole, timido e riservato. I suoi occhi però  tradiscono questa chiusura e sembrano volermi dire che, infondo, è felice di raccontare a qualcuno la sua storia.

 

Quali sono le tue origini e da quanto tempo sei in Italia?

Vengo dal Marocco, sono in Italia dal ’91. Lavoro qui nella cooperativa da due anni.

 

Di cosa ti occupi?

“Lavoro nell’orto. Adesso stiamo coltivando le verdure estive. Lo facevo come lavoro anche quando ero in Marocco.”

Mentre parliamo ci raggiunge Moreno: “Lui ha molta esperienza. E poi non fa solo l’orto, con noi fa anche i lavori di giardinaggio.”.

L’ho imparato qui.” Interviene Atti “So usare il tagliaerba, so potare le piante per fargli fare i frutti buoni. E’ un lavoro diverso dal fare l’orto, non è semplice.”

Ma tu sei molto bravo a usare gli attrezzi.” Aggiunge Moreno.

Atti si mette a ridere, quasi in imbarazzo. Scherziamo sulla sua modestia e penso che la sua semplicità sia una qualità rara da trovare.

Gli chiedo allora come si trova con noi.

Mi piace quello che faccio e con i colleghi mi trovo bene. Io so fare questo tipo di lavori, non saprei fare altro. Mi piacerebbe rimanere a lavorare in questa cooperativa anche in futuro.”

I ragazzi tornano sul campo, nonostante il caldo la pausa è finita e anche Atti si alza per tornare subito a lavoro. Gli faccio allora un’ultima domanda: 

In che modo la cooperativa ti ha aiutato?

“In tanti modi. Io non sapevo parlare l’italiano, quando ho iniziato a lavorare qui mi hanno fatto imparare la lingua. Questo mi è servito molto per fare qualsiasi cosa, prima facevo fatica a farmi capire dagli altri. Poi grazie all’aiuto delle ragazze (della cooperativa ndr) ho preso la residenza qui e da poco anche i documenti. Adesso posso avere finalmente anche il medico di famiglia e mi sto attivando per fare la patente. Sono aiuti importanti, per le persone come me non sarebbe stato facile fare queste cose da solo. La cooperativa mi ha dato fiducia e davvero un grande aiuto per riprendere in mano la mia vita.”

 

Hai un sogno nel cassetto?

“Quello di cui ho bisogno lo sto realizzando, un lavoro stabile, una casa, avere i documenti, il dottore, la patente… Piano piano sto facendo tutto quello che mi serve per essere felice.”

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